I paesaggi aridi subcordiglicrani dcll’Argenlina sono stati in gran parte modellati da forze endogene. Intense crisi vulcaniche hanno ripetutamente accompagnato la spinta orogenetica dell’arco andino essendo contemporanee della glaciazione pleistocenica nella fase più avanzata del sollevamento. A sud del 35° parallelo e ad ovest del 68° meridiano, imponenti masse di andesiti e basalti, raggruppate attorno a centri elevati di attività effusiva quali il Payun Matru (2930 ni) o il Payun Liso (3680 in), determinarono fin dal Terziario medio un distretto regionale con una caratteristica morfologica e con particolari biocenosi, a cui è stata data appunto la denominazione di Payunia, riferita alla toponomastica indigena dei vulcani. E’ un territorio poco conosciuto ma di speciale interesse geografico e naturalistico. I suoi rilievi di una bellezza selvaggia sono sovrastati da alte cime nevose; impetuosi corsi d’acqua ne solcano le nere lave con gole e “canyons” risonanti. Le piante e gli animali che li animano sono notevoli per la loro peculiarità e specializzazione, e per i vincoli con il popolamento antico della Patagonia, della quale costituiscono un autentico prolungamento a nord del sistema idrografico dei fiumi Colorado e Barrancas.