Sul curioso Heterocephalus glaber della Somalia, ben poco conosciuto fino ai tempi dei viaggi del Bottego, vennero eseguite diverse ricerche sistematiche, anatomiche ed ecologiche, principalmente dal Thomas (1885), dal Parona e Cattaneo (1893), dal Senna (1915), dal Toldt (1916) e dall’Hamilton (1928). Non mi risultai tuttavia che sia stata ancora descritta in dettaglio la struttura dei suoi interessanti organi visivi, assai ridotti ad un primo esame esterno, in armonia con le caratteristiche ecologiche di questo roditore gimnoderma, interamente ipogeo e confinato nelle grandi ed infocate pianure eremiche est-africane, dove si dedica di continuo allo scavo del terreno sabbioso, aprendosi la strada con la grossa testai robusta e con le zampe anteriori, mentre delle posteriori sembra servirsi a mo’ di pala, onde sbarazzarsi via via del materiale rimosso. Può apparire quindi utile un breve studio anatomo-istologico su basi comparative che possa estendere le nostre conoscenze sui reali fenomeni di degradazione di quest’occhio, di cui, anche nella monografia del Parona e Cattaneo, si riesce semplicemente ad apprendere che «...sebbene piccolissimo, è normalmente conformato e con nervo ottico relativamente grosso...».